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VENUTI DAL MARE

12 aprile 2016

Attenzione! I nostri video provocano una significativa crescita di empatia ed un notevole calo di xenofobia.

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Siamo orgogliosi di annunciare la creazione di una nuova sezione dedicata ai migranti.

Ci hanno insegnato ad essere fieri del nostro passato, delle culture che ci hanno formato, dei monumenti che ne sono espressione.

Il nostro Paese è stato, di volta in volta, preda ambita o luogo di rifugio. Ogni popolo ha lasciato qualcosa e si è pian piano amalgamato con chi l’aveva preceduto. I confini, così come li conosciamo oggi, sono storia recente e quelli del passato non hanno mai fermato a lungo né gli eserciti, né tantomeno le genti in fuga da guerre e carestie.

I migranti di oggi appartengono a questi ultimi, non hanno armi e subiscono, come noi, le conseguenze dell’integralismo. Fuggono da chi vuole ridurli in schiavitù, obbligandoli a sottomettersi ad una legge che non è la loro, ma fuggono anche dalla fame, conseguenza dello sfruttamento selvaggio dei loro territori da parte di chi ha interesse a mantenere il controllo esclusivo delle risorse. I bambini, le donne e gli uomini che rischiano la vita per arrivare da noi ne farebbero volentieri a meno se potessero, se nei loro Paesi ci fossero pace e lavoro.

Finché questo non sarà ben chiaro nella mente di ogni Europeo, il Mediterraneo continuerà ad essere teatro di sofferenze anziché portatore di vita e civiltà.

Da qualsiasi posto provenga, questa umanità porta con sé un patrimonio di conoscenze e cultura e noi, accogliendoli, cosa ne facciamo? La chiudiamo entro i recinti dei campi, la mettiamo a tacere, la ignoriamo, costringendo all’inazione o alla fuga chi cerca dignità per sé e per i propri figli. L’Italia, un Paese di vecchi, pieno di borghi abbandonati, di campi incolti, di fabbriche chiuse, preferisce ignorare le potenzialità vitali dei migranti, la grande risorsa che potrebbero costituire.

Guardate i video e vi accorgerete che l’accoglienza, quella vera, è possibile. Ed è fonte di dignità per chi la dà e per chi la riceve.

E per fare qualcosa di ancora più concreto, questa petizione può essere un primo passo verso il riconoscimento della dignità delle persone che attraversano mari e territori a loro sconosciuti ma che destano speranza. Firmiamola!