Il Giardino delle Biodiversità, radici e ricette.

22 giugno 2021

04bd4a34-750d-4aad-b9e2-4b5c3770d747Questo progetto, nato dalla volontà di Roberto Li Calzi, contadino siciliano e spinto dall’energia di Catherine Peltier, ex impiegata francese che da qualche anno lavora per il consorzio Le Galline Felici, ci ha permesso di cambiare di vita.
Chi siamo ? Veniamo un po’ da tutto il mondo. Giacomo Scornavacca e sua sorella Celine, romani di nascita ma di origini siciliane, poco più di un anno fa hanno creato con Roberto un’ azienda agricola omonima che permette di dare lavoro agli attori del Giardino delle biodiversità e di supportare le attività culturali che organizziamo. DSC_4842-2-1-1110x624Annachiara, ligure, e Malik, francese, vivono in Sicilia da poco più di un anno e lavorano per il Giardino delle biodiversità, vivendo direttamente sui campi con Giacomo in quasi totale autosufficienza energetica e alimentare. Fusako e Francesco, una giapponese e un brasiliano, si sono uniti al gruppo qualche mese fa apportando molta energia, tanta voglia di lavorare e un’apertura su altre culture.
Il Giardino delle biodiversità non è fatto soltanto da lavoratori, ma è anche una comunità territoriale, situata sulla costa saracena, composta da vicini, amici e parenti con cui organizziamo eventi, pulizie pubbliche, feste e attività, e con i quali condividiamo la nostra vita, i nostri valori e la voglia di stare insieme.
La situazione sanitaria ha ovviamente reso più difficile la realizzazione di questi progetti, ma ha anche permesso a tante persone di apprezzare e di desiderare la campagna, il suo stile di vita, il cibo genuino e le persone che la circondano. Noi speriamo di mostrare che la vita da agricoltore non sia più una vita solitaria, ma una vita fatta di momenti di condivisione e di scoperta.
Malik.

IMG_1460-1024x1024VERSO LE RADICI
Sono Giacomo, romano di nascita e siculo di origini. Come tanti altri i miei genitori hanno lasciato Sicilia per trovare lavoro, ma ho avuto modo di conoscerla nel tempo.
Il fascino che provo è legato sicuramente alle mie radici, ma anche al fatto che parte di questa terra ha saputo resistere al ammaliamento di questo progresso basato su principi chiaramente insostenibili. Qui ognuno produce qualcosa che vuole condividere, che sia miele, olio, vino, ortaggi, frutta, uova, formaggio o anche sane relazioni sociali. La mentalità è diversa, è come se la società fosse meno stratificata, meno specializzata, più amalgamata. Forse da qui nasce la sua storica resilienza a terremoti, eruzioni, invasioni, anche pandemie. Ho un dottorato in informatica teorica, con una verosimile carriera universitaria davanti. Sarei quanto di più lontano da un contadino, eppure come tanti altri la campagna esercita una attrazione direi ancestrale. Sono da tempo emotivamente e razionalmente spinto in questa direzione.
IMG_E1441-1024x1024Non ho fatto neppure in tempo a razionalizzare la mia sfiducia nel sistema in cui viviamo ed ad iniziare il mio progetto agricolo con Roberto, che mi sono trovato bloccato qui, insieme a questa improvvisata e stupenda comunità. Prima sentivo che quello che facevo era troppo teorico ed astratto, ora mi trovo a riparare cose, a progettare e costruire impianti di irrigazione, seminare e raccogliere. Qui si fanno in modo diverso le cose che facevano i nostri nonni, è una continua sfida fisica ed intellettuale. La campagna è un lavoro completo, si è costretti ad imparare un po’ di tutto, qui l’iperspecializzazione non è una opzione. Non sono un maniaco del controllo, eppure è proprio è la necessità di avere un’idea di quello che mi succede intorno che mi spinge di più verso la terra. Mi infastidisce non sapere come vengono usati i risparmi che metto in banca. Stanno indirettamente finanziando una guerra? Contribuisco alla ricerca di giacimenti petroliferi? Inoltre non sopporto le difficoltà a tracciare i prodotti che mangio, o nel comprendere la complessità dei rapporti economici in cui sono inserito. Io spero si possa ripartire dalla semplicità di questa terra, in modo da avere un’idea di massima dell’impatto delle mie azioni e delle mie scelte. Inoltre sono proiettato verso le sfide del futuro. Il cambiamento climatico, ad esempio, è sulla bocca di tutti ma in pochi sono disposti a combatterlo cambiando radicalmente stile di vita. Sotto sotto tutti sperano che la soluzione arrivi dalla bacchetta magica della scienza, la cui efficacia e velocità nel rispondere a certi problemi penso sia spaventosamente sovrastimata. Poichè non credo nella bacchetta magica sto adottando uno stile di vita che possa farmi avere il minor impatto possibile.
Se poi non fossimo abbastanza a fare questa scelta, non voglio scappare ma voglio vivere in prima linea dove il cambiamento colpirà per primo: in agricoltura.
Giacomo S.

scout-belgi-1LA RICETTA PER LA FELICITA’
Non sono moltissimi gli ingredienti di cui abbiamo bisogno. Basta avere una buona dose di curiosità e di coraggio, poi aggiungere qualche pizzico di creatività e follia.
Ovviamente non ho trovato la ricetta giusta al primo colpo, e probabilmente ho ancora moltissimo da scoprire, ma per il momento posso affermare di essere soddisfatta e vorrei condividere la mia esperienza.
L’importante, comunque, in ogni ricetta è come si mescolano gli ingredienti e la loro qualità. Poi decidere le modalità di cottura.
Vivevo e studiavo a Milano, ovvero nel caos, nella fretta e soprattutto nell’inquinamento.
Iniziavano a sorgere domande nella mia testa tipo “da dove arriva tutto quello che trovo al supermercato?” “chi lo produce?” e “perché mi sento così sola in mezzo a centinaia e centinaia di persone?”
Fino a quando una cara professoressa, che ancora ringrazio infinitamente per gli stimoli che mi ha dato, mi ha parlato di permacultura. Così il più in fretta possibile mi sono laureata e subito sono partita alla scoperta di nuovi sistemi e nuove vite.
Ho vissuto per sei mesi in un villaggio molto povero della Croazia, volontaria in un piccolo centro di educazione alla sostenibilità. Quella è stata l’esperienza che più ha cambiato le mie prospettive. E mentre i miei amici e parenti mi consideravano come un esempio di vita “estremo”, io imparavo la lentezza, il piacere di fare le cose da sé e la vita in comunità.
Al termine del mio soggiorno non potevo di certo tornare a casa alla mia vita “precedente”.
Tutto era troppo cambiato.
JUPY9448Avevo già conosciuto Roberto e Cathie, e tenevo d’occhio LeGallineFelici da tempo. Così, una volta tornata in Italia ho deciso di raggiungerli senza avere la più minima idea di quello che sarebbe successo. Grazie a loro ho cominciato a conoscere la Sicilia da dentro, dalle persone luminose alla natura irriverente (certo c’è anche la munnizza, ma è proprio da qui che la gente vuole cominciare a fare una piccola rivoluzione).
Poi il mondo si blocca e mi ritrovo a vivere qui a casa di Roberto, che in realtà assomiglia molto a una giungla tropicale. Ogni giorno imparo qualcosa sull’agricoltura, sulla sostenibilità, sulla vita in condivisione. Ogni giorno osservo come cambiano le piante e
l’ambiente, e posso andare in giardino e “fare la spesa”. Soprattutto sto imparando che uno stile di vita diverso è possibile.
E le idee, i progetti e gli stimoli non finiscono mai!
ragazziCon noi c’è anche Giacomo, cugino lontano di Roberto fuggito dall’università, e Malik che per amore e follia ha deciso di seguirmi in questa avventura. Ognuno di noi è indispensabile alla vita che circola in questa casa. Ognuno di noi è un personaggio unico e insostituibile.
Insieme stiamo creando, sperimentando e producendo. Insieme stiamo facendo qualcosa di diverso, per me di speciale. Assolutamente da non dimenticare, con noi ci sono anche otto cani che movimentano le nostre giornate (e animano le nostre notti), venticinque galline senza le quali non potrei cucinare torte buonissime e senza le quali non potrei farmi tante risate vedendole sugli alberi e sopra il tetto del pollaio, due gatti che dovrebbero cacciare topi (?) e sei gattini di un mese che iniziano a scoprire la vita.
Non so se questa è la ricetta giusta per la felicità, non so neanche dire cosa sia effettivamente la felicità. Però per me funziona, sono esattamente dove e con chi vorrei essere e la mia vita è condita di allegria, amicizie, creatività e amore. Poi ognuno ha la propria ricetta e le proprie tecniche. L’importante però, credo sia mettere tutto in pentola (o in forno) e dare concretezza ai propri sogni.
Annachiara

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