Laura e Johnson

30 giugno 2019
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OSPITALITA’ : la cosa più difficile è stata spiegare all’impiegato dell’anagrafe la motivazione da scrivere nel modulo di richiesta di residenza
Certo, di primo impatto  un ragazzo di trent’anni sconosciuto che dopo una settimana già ci chiama màma e pàpa,  ti fa sentire in un balzo 10 anni più vecchio …
 
Ma passa presto,   te ne dimentichi perchè senti i l suo riconoscimento  di una possibilità ,   il suo comunicarci che questa per un po’ sarà casa, il  rispetto e la partecipazione. 

Johnson viene dalla Nigeria ed è regolarmente residente a casa nostra da febbraio, ha un contratto di tirocinio quasi in scadenza, gli esami di terza media in corso e ogni sera quando rientra domanda a chi trova com’è andata oggi e dov’è questo e dov’è quello e quando torna, finchè ognuno è collocato.

Siamo partiti perchè avevamo posto, più o meno, e lui, con il suo permesso di soggiorno per casi speciali, si era ritrovato senza dimora da un giorno all’altro;perchè volevamo smettere di leggere e condividere storie sui social e nelle chiacchiere, non capire perchè siamo diventati così  e dirci “possibile che sia l’unico modo? non lo è.

E’ stato semplice con i ragazzi, 19 e 17 annisono avidi di vita e di viaggi e curiosi di tutto, egoisti e insieme istintivamente accoglienti verso ogni esperienza e ogni persona;è semplice essere uno in più, più nuove risorse che nuovo impegno (… ok, c’è anche da dire che si è rivelato di gran lunga il più ordinato di tutta la famiglia!)

Con Johnson ci vediamo poco, ciascuno con i propri orari e i propri amici, una vita diversa, un passato sconosciuto e un futuro chissà;qualche chiacchiera la sera, ma soprattutto  indipendenzastanchezza, bici, studio e cellulare … in pratica un terzo post-adolescente – che non ci sono mai e invece quando sei distrutto e non ce n’è per nessuno te li ritrovi giovani e ingombranti tra i piedi - ma con una volontà di collaborare subito manifestata.

 E’ difficile riuscire a incrociare e condividere le rispettive vite, in modo naturale, senza invadere o pretendere racconti, e senza forzature.

Funzionerà? Servirà a qualcosa? Quando riusciremo a conoscerci in profondità?

Credo che serva parecchio tempo, molto più di quello che riusciamo ad immaginare in questa era del tutto e subito.

Non so quanto durerà, quanto sarà giusto che duri questa accoglienza temporanea, ci sono tante incognite;e non so quanto coinvolgerà le nostre vite da qui in avanti e le menti di chi ci sta attorno,quelle delle nostre famiglie, dei vicini, dei nostri amici e degli amici dei figli che girano per casa e che – in paese ampiamente leghista – probabilmente respirano ragionamenti differenti.

Non so quanto, ma un po’ penso che incida e inciderà, e proprio perchè si realizza senza stravolgimenti, niente di eccezionale, che c’è di strano?

Ecco: da febbraio abbiamo una bici di più in giardino e un’incertezza in più su chi ci sarà o non ci sarà a cena, molte più domande che risposte,ma intanto so che diamo e riceviamo fiducia, e siamo fortunati perchè facciamo silenziosa esperienza quotidiana di questa parola in estinzione.

Accidenti se siamo fortunati!!!

Laura